venerdì 8 luglio 2011

Amori immaginari e cancrena


Per uno scrittore, gli amori immaginari sono e non sono una piaga.
Da una parte, essi forniscono una gran quantità di materia su cui lavorare; si scrive o della persona o per la persona che si ama, e questo è un bene, perché si scrive molto. La produzione in queste fasi non sarà magari delle più originali né delle più utili alle esigenze di maturazione dello scrittore, ma costituirà comunque una base di partenza per quando egli non sarà più innamorato e, guardandosi clinicamente indietro, potrà rielaborare il gorgo di sentimenti e parole lasciati sulla carta in una forma più distaccata e letteraria.
D'altra parte questi amori immaginari, di cui gli scrittori sembrano così facilmente preda, inibiscono la possibilità di soddisfare una reale esigenza erotica, li minano nelle relazioni con l'altro, li indeboliscono sul piano della vita.
Allora la domanda è: sei disposto a sacrificare la tua vita alla tua scrittura? O rischierai tanto da trasformare quell'amore sublime e tutto immateriale in una faccenda di carne?

2 commenti:

  1. Non è l'amore a far scrivere di sé, ma l'abbandono all'amore o l'abbandono dell'amore. Per me è questione di abbandono, io sono un 4, si sa.

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  2. Nel mio caso l'abbandono all'amore, credo. Pessima cosa. Ero un 4 o un 5?

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