venerdì 8 agosto 2014

VI.


Questa sera i grilli
sono un telefono che squilla a vuoto
dentro le stanze del mio cuore cavo.
Una nota s’accende da destra
per finire in un trillo alla fine d’un campo;
spiove dagli alberi la gazzarra delle cicale.
Un fil di fumo
lontani falò
sfoca lo sguardo come una lente appannata
e il mio paese è un presepe
con tre lumini accesi.
I girasoli piegano il collo
alla sudditanza del tramonto
e le gote rosarancio del cielo
avvizziscono in un languore cianotico.
Quest’ora è sempre l’ultima ora
dell’ultimo giorno

io
sono il crepuscolo. 



Di Chiara Pagliochini

lunedì 4 agosto 2014

V.

Time hangs heavy, or Penelope's web by sarak hellas / © All rights reserved

Dicono che
sei partito
per andare alla guerra
con gli altri sposi
e figli e fratelli
con le armi di sterminio di oggigiorno.


Dicono che
io resto
a vegliare il focolare
la virilità dei tuoi figli
la verginità delle figlie
i vitigni borgogna
delle terre disertate dal signore.


Dicono che
siamo una cosa sola
l’uomo e me
marito e moglie
re e regina
cazzo e vagina
e io vengo sempre per seconda.


Ma io dico che da me
sei partito
dal talamo ordinato-ordinario
partito non perché la mia fronte diventava rugosa
ma perché restava sempre uguale
tonda faccia di luna
di cui volevi vedere il lato in ombra.


Dicono che
io tesso
il sudario di tuo padre
che di notte lo guasto
per guastare gli amplessi
agli aspiranti mariti
al tuo amato passo tendendo l’orecchio.


Non sanno che
tesso
il sudario della mia vita
della vita di ogni altra
sposa-bambina-faccia-di-luna
carezzando coi fili la morte
che ho avuto dentro sempre.


Dicono che
se torni
sarò stata una sposa virtuosa
e io so
che sono stata solo questo
tu invece sei stato
tutto ciò che hai avuto la presunzione di essere. 



Di Chiara Pagliochini